martedì 10 gennaio 2017

STEP 23 - Un colore "selvaggio"

"«Pensiero selvaggio» è l’ossimoro, soltanto apparente, creato da Lévi-Strauss per indicare il vincolo che unisce la «società occidentale» alle popolazioni a lei più remote: è ciò che permette a un indiano americano di ritrovare una pista da indizi infinitesimali, a un nativo australiano di identificare le impronte su un sentiero, a un automobilista di muoversi con disinvoltura nel traffico metropolitano.
Alla ricerca di universali capaci di accomunare ogni uomo in un’unica disposizione cognitiva, Lévi-Strauss individua una struttura, profonda e razionale, grazie alla quale tutte le società elaborano i propri miti e credenze, realizzano il radicamento territoriale e l’organizzazione sociale dei propri componenti, e sviluppano strumenti pratici e complesse tassonomie. La loro necessità, prettamente umana, è di trarre un ordine dal fluire indistinto del reale."


Nel mio pensiero la prima cosa che mi viene in mente pensando al color écru è una dimensione preistorica nella sua caratteristica di antico, originario.

Dalla sua traduzione dal francese "crudo" immagino una situazione paleolitica in cui l'umanità si cibava di carni anche crude e in cui i vestiti erano principalmente pelliccie quindi materiali non tinteggiati ma grezzi.
Forse la principale caratteristica del color écru è il suo essere greggio. E cosa c'è di più selvaggio di ciò?
Fibra della seta

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